La mia seconda Dakar!
La mia seconda Dakar!
La prima Dakar non si scorda mai, è vero!
Ma la seconda, è stata per me una grandissima scoperta.
Questa volta mi trovo a vestire i panni di Coordinatore Piloti e Logistica per il Team RS Moto Racing.
Il mio lavoro consiste nel fare da tramite tra l’organizzazione e i piloti, fornendo loro assistenza tecnica e amministrativa in caso di bisogno.
E’ un lavoro impegnativo, di grande responsabilità.
Quest’anno sono partito con parte del Team da Malpensa il 28 Dicembre 2021.
Arrivati a Jeddah ci siamo sistemati nell’hotel previsto e abbiamo allestito il primo paddock presso il King Abdullah Sport City Stadium.
Sbrigate tutte le questioni amministrative prima e tecniche poi, abbiamo festeggiato il Capodanno, in pieno deserto, allestendo il secondo paddock di questa splendida dakar22.
Il Primo Gennaio è partito il prologo, fondamentale per stabilire l’ordine di partenza dei piloti durante lo stage del giorno successivo.
Durante i 12 lunghissimi giorni di gara ho avuto modo di apprezzare appieno la vita nel bivacco.
I ritmi sono piuttosto serrati e si dorme molto molto poco.
Tuttavia, solo chi vive nel bivacco, può comprendere il grande spirito che c’è dietro questa massacrante competizione.
I meccanici di ogni squadra lavorano incessantemente ogni giorno per ripristinare i veicoli dopo la giornata di gara.
Il bivacco vive 24 ore su 24.
Team e piloti si scambiano opinioni, idee e abbracci.
Perchè lo sport è così.
Il nostro pilota Giovanni Gritti ha concluso la gara al 45esimo posto assoluto e primo tra gli italiani.
Un risultato strepitoso per la sua prima Dakar e per tutto il Team.
Ma se sto scrivendo queste righe non è tanto per raccontarvi quello che è successo o quello che sarebbe dovuto succedere.
Questa volta vorrei focalizzarmi su una questione che spesso viene completamente dimenticata.
Che cos’è la Dakar?
La risposta più ovvia riguarda la natura competitiva dell’evento, la sfida dell’uomo contro il deserto e le difficoltà.
Ma non è tutto qui.
Dakar è prima di tutto una grandissima azienda che da la possibilità ad altre aziende di sviluppare e testare i propri prodotti all’avanguardia in condizioni estreme.
E’ questo l’esempio di Audi, che, quest’anno, si è presentata al via con tre prototipi di auto ibride estremamente tecnologiche.
E’ l’esempio di Aramco, una delle compagnie petrolifere più grandi al Mondo, che, insieme alla francese Gaussin, ha firmato un accordo per lo sviluppo della mobilità a idrogeno, producendo camion da competizione e vetture per uso comune.
Proprio il Camion a Idrogeno firmato Aramco ha preso il via alla Dakar di quest’anno dimostrando al Mondo che questo tipo di mobilità funziona in qualsiasi condizione.
E’ poi stata la volta dei prototipi BRX guidati da Sebastien Loeb, Nani Roma e Orlando Terranova, a tenere alto l’onore dei carburanti eco sostenibili.
Tutto questo dimostra che la Dakar è, prima di tutto, sviluppo ingegneristico.
Ma non solo.
L’intero circus ha movimentato, quest’anno, oltre 3000 persone che hanno generato un indotto enorme, creando, di fatto, una sorta di micro economia dalla quale ognuno può trarre i propri benefici.
Come se non bastasse gli organizzatori hanno anche un grosso occhio di riguardo nei confronti delle nazioni ospitanti.
L’idea è quella di favorire lo sviluppo del Paese attraverso lo sport, dando alla Nazione visibilità globale e suscitando ampio interesse mediatico.
La Dakar, quindi, è la fusione perfetta tra sport e progresso e far parte di questa grandissima famiglia, mi ha reso ancora una volta, fiero della strada intrapresa.
Alla Prossima!
Lorenzo
#roadtodakar23